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L'epidemia della Biomarcofilia colpisce la Biennale di Venezia

Mercoledì 15 Ottobre 2014 22:00  |  Editoriali  |  

di Stefano Serafini

La comunità dei biourbanisti è preoccupata per la diffusione di una nuova epidemia: la Biomarcofilia. Pare infatti che l'opera rivoluzionaria di Marco Casagrande, Premio Europeo per l'Architettura 2013 e vice-presidente della International Society of Biourbanism, abbia un inatteso effetto collaterale. Oltre ad ispirare una comunità internazionale di progettisti con la messa in pratica della teoria biourbanistica (vedi ad esempio http://www.biourbanism.org/summer-school-2013?/), il lavoro di Marco stimola infatti presunti artisti e architetti e designer-zombie a un'imitazione pedissequa fino all'imbarazzante dei suoi progetti... naturalmente evitando il più possibile di nominarlo. Il mimetismo include caratteristiche formali, materiali, idee, e persino la terminologia. Che, nell'era di Google, pone queste persone al di là dei confini della condanna etica per lasciarli piuttosto nella terra di nessuno della stupidità e della sfacciataggine.

Le imitazioni sarebbero state utili se avessero almeno potuto diffondere alcune delle idee reali della biourbanistica e della Ruin Academy. Ecco perché il più delle volte alla ISB non è importato più di tanto quando lo stesso fenomeno è accaduto per le sue ricerche e i suoi articoli. Tuttavia queste persone non sono neanche in grado di cogliere il significato di quello di cui vanno cianciando. Tutto ciò che questi individui desiderano è un riflettore di breve notorietà cavalcando i temi biourbanistici e le parole di Marco che vengono trasformati in etichette, slogan e vuoto spettacolo.

In un certo senso era prevedibile che lo stantio sistema artistico e architettonico reagisse così al lavoro di Marco Casagrande. Come uno zombie il mercato ha perduto ogni contatto con la realtà e cerca di succhiare sangue da chi ha trovato un modo proprio per costruire un futuro autentico. Ma una tale macchina insensata può solo riuscire a manovrare segni esterni, maschere e copie false.

Per avere un'idea della diffusione della Biomarcofilia trovate qui una lista di imitazioni con le corrispondenti opere originali. Siete invitati a cercarne altre anche voi. La caccia agli zombie è aperta!

TREASURE HILL E AGOPUNTURA URBANA

Il progetto su Treasure Hill venne realizzato da Marco Casagrande nell'autunno 2003 http://www.e-architect.co.uk/taiwan/treasure-hill-taipei . Nel 2013 il libro "Biourban Acupuncture. From Treasure Hill to Artena" è stato pubblicato dalla Società Internazionale di Biourbanistica: http://www.biourbanism.org/biourban-acupuncture-2/

Urban Acupuncture è stata la prima pubblicazione di Marco Casagrande nel 2004, ed è stata aggiunta nel curriculum della Tamkang University di Taiwan nell'autunno 2004 sotto la sua docenza.

BIOMARCOFILIA 

Qui Vanessa Quirk si appropria sia di Treasure Hill che dell'agopuntura urbana, addirittura trasformando la "Biourban Acupuncture" in "Urban Agri-puncture": http://www.archdaily.com/tag/urban-agricoltura-series/ 

Khaerani Adenan almeno cita Marco Casagrande: http://khaeraniadenan.wordpress.com/2014/01/12/introduction-to-urban-acupuncture-towards-a-better-bandung-city/comment-page-1/ 

PARACITY 

Il progetto Paracity di Marco Casagrande è stato reso pubblico alla Biennale CAFAM a Pechino, febbraio 2014 http://casagrandetext.blogspot.fi/2014/03/paracity.html. Esso traduce le idee su come realizzare il passaggio dalla città post-industriale a quella di terza generazione, ovvero segue i principi lungamente affermati del pensiero sociologico di Casagrande. Il progetto mira a risolvere l'urgente necessità di abitazioni in zone sovrappopolate come Taipei, o in quelle colpite da gravi calamità. Ha attivato la collaborazione con una azienda finlandese per la produzione del modulo Paracity e diversi contatti con governi e città nelle Americhe, in Europa e in Asia. 

BIOMARCOFILIA 

Alcuni giovani (si fa per dire) designer freelance italiani lanciano il progetto "Paracity", che ripropone termini, concetti e pezzi del lavoro di Casagrande in un contesto di estetica e... "creatività originale”: http://paracity.it/about/idea.html 

 
 
BUG DOME 
 
Bug Dome venne costruita a Shenzhen nell’autunno del 2009 da Marco come membro del collettivo WEAK! (Marco Casagrande, Hsieh Ying-Chun, Roan Ching-Yueh). Gli architetti lavorarono insieme agli immigrati clandestini, imparando da loro la conoscenza locale in coerenza con la sua ricerca per una progettazione dal basso e pari a pari. Il lavoro venne poi presentato a Shenzhen nel 2009 durante la Biennale di Urbanistica / Architettura bi-city di Shenzhen e Hong Kong:
 
BIOMARCOFILIA 
 
Nemmeno la Biennale di Venezia e la rivista DOMUS sono immuni alla biomarcofilia! Bug Dome viene presentata alla Biennale di Venezia 2014, Padiglione cinese, a cura di Jang Jun e Pier Alessio Rizzardi, senza citare gli artisti originali (esclusa la presenza di un timido link a Wikipedia):
 
 
 
 
 
Traduzione dall'Inglese e grafica di Angelo Abbate
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