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La festa della musica di Lanuvio compie vent'anni

Domenica 15 Giugno 2014 17:46  |  Arte  |  

di Angelo Abbate

Ho sempre sospettato di chi non ascolta musica. La musica entra in risonanza con la parte più profonda di noi stessi e da lì innerva gli stati d'animo fino ad infondere emozioni pure. Forse perché la nostra vita è scandita ininterrottamente dal ritmo cardiaco, dal respiro, o forse perché il nostro stesso DNA è una sequenza ritmica musicabile come l'armoniosa distribuzione frattale dell'universo naturale che ci circonda. La musica è un linguaggio universale in grado di connetterci prima di tutto con i livelli subconsci del nostro essere e quindi anche con le altre persone. Questa sorta di canale opzionale di connessione con chi, come noi, si sente in sintonia con un dato susseguirsi di suoni è forse la "magia" che rende unico ogni concerto. 
 
Bene, prendete questa "magia" e moltiplicatela nel tempo di tre serate e nello spazio di una città storica: è questa l'immagine che ho della Festa della Musica di Lanuvio. Migliaia di persone di ogni genere, età ed estrazione sociale libere e collegate tra loro da allegria e suoni, in una rete di spazi e di ritmi che ciascuno può autonomamente selezionare e vivere in presa diretta dimenticando le interfacce alienanti (dal pc al telefonino) che hanno invaso il quotidiano metropolitano.
 
L'associazione culturale Carpe Diem di Lanuvio da vent'anni, ogni anno a cavallo del solstizio d'estate, organizza e concretizza una festa che pompa gratuitamente energia vitale nei vicoli e nelle piazzette del delizioso centro urbano dei Castelli Romani. Chi è geograficamente alla portata di Lanuvio, 35 km a sud della Capitale, tra il 20 e il 22 giugno non dovrebbe lasciarsi perdere l'occasione, le vibrazioni positive che immagazzinerà non le dimenticherà facilmente.
 
È innegabile che l'alchimia dell'evento è nutrita dal valore intrinseco degli spazi in cui si svolge. I piccoli centri storici italiani sono intimamente disposti alla socializzazione con le loro forme nate da società forse più povere ma anche più collegate, terrestri, reali e, diciamolo pure, amate. Le pietre dei lastricati, i cortili, le logge invitano all'incontro, alla vita all'aperto, alla socializzazione. È perciò evidente che un evento simile non avrebbe la stessa magia in un contesto astratto e disconnesso come quello di una periferia urbana disegnata per far dormire la forza lavoro. La Festa della Musica di Lanuvio è insomma in simbiosi con la città, le sue forme e la sua gente, perché il piacere, la lentezza e la qualità della vita devono molto a come costruiamo l'ambiente.
 
 
 
 
 
 
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