La Biourbanistica
La definizione della disciplina biourbanistica è stata redatta nel 2010 dal gruppo di lavoro della neonata Società Internazionale di Biourbanistica, formato da Antonio Caperna (architetto, Università di Roma Tre), Alessia Cerqua (architetto, Ministero Ambiente), Alessandro Giuliani (biostatistico, primo ricercatore Istituto Superiore di Sanità), Nikos A. Salìngaros (matematico, University of Texas at San Antonio), Stefano Serafini (filosofo e psicologo, ISB). Diffusa su liste di discussione internazionali come [email protected], venne immediatamente tradotta in rete in Inglese e in Spagnolo.
La Biourbanistica ha per oggetto lo studio dell’organismo urbano, inteso come sistema ipercomplesso, l’analisi delle dinamiche interne e quelle con il suo intorno (territorio), nonché le relazioni che sussistono tra dette componenti.
La Biourbanistica considera il corpo urbano come costituito da una molteplicità di livelli interconnessi che si influenzano vicendevolmente in modo non-lineare. Tale caratteristica induce l’emergere di proprietà complessive non prevedibili attraverso lo studio delle singole parti, ma solo dall’analisi dinamica dell’intero. Questo atteggiamento conoscitivo accomuna la Biourbanistica alle scienze della vita e, più in generale, a tutte quelle scienze che nel XXI secolo si occupano di sistemi integrati, come la meccanica statistica, la termodinamica, la ricerca operativa e l’ecologia. La similitudine non è solo metodologica ma anche nei contenuti (da cui il prefisso Bio) essendo le città l’ambiente di vita della specie umana. Da qui il riconoscimento di ‘forme ottimali’ rilevabili a diverse scale di definizione (dalla fisiologia fino al livello ecologico) che, attraverso processi morfogenetici, garantiscono l’optimum in termini di efficienza sistemica e di qualità di vita degli abitanti. Una progettazione che non obbedisca a queste leggi è destinata a creare ambienti antinaturali, ostili all’evoluzione degli individui e al rafforzamento della vita, nelle sue molteplici declinazioni.
La Biourbanistica agisce sul mondo reale attraverso una metodologia partecipativo-maieutica, con verifica intersoggettiva (ovvero il benessere percepito e comunicato dagli abitanti) e oggettiva (ovvero le misurazioni sperimentali di indici fisiologici, sociali, economici).
Obiettivo della Biourbanistica è quello di fornire un contributo scientifico che concorra:
(i) allo sviluppo e all’attuazione delle premesse dell’Ecologia profonda (Bateson) sul piano socio-ambientale;
(ii) alla rilevazione e attuazione delle potenzialità di miglioramento dell’ambiente rispetto ai bisogni di natura degli esseri umani che vi vivono e del loro ecosistema;
(iii) a gestire la transizione dall’economia dell’energia fossile a un nuovo modello organizzativo della civiltà;
(iv) ad approfondire in particolare l’organica interazione di fattori culturali e fisici nella realtà urbanistica (sociogeometria, studio dei flussi e delle reti, ecc.).
Bibliografia
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Nikos Salingaros, Antonio Caperna, Michael Mehaffy, Geeta Mehta, Federico Mena-Quintero, Agatino Rizzo, Stefano Serafini, Emanuele Strano, «A Definition of P2P (Peer-To?Peer) Urbanism», AboutUsWiki, the P2P Foundation, DorfWiki, Peer to Peer Urbanism (September 2010). Presented by Nikos Salingaros at the International Commons Conference, Heinrich Böll Foundation, Berlin, 1st November 2010.
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