di Federica Colaiacomo
Il Ninfeo di Q. Mutius a Segni, fontana monumentale pressoché perfettamente conservata e databile al tardo II secolo a.C., costituisce una testimonianza fondamentale dell’architettura romana della tarda repubblica. La firma dell’architetto, miracolosamente conservata sulla parte bassa del suo prospetto principale, ne fa l’unico monumento di quell’importantissima fase di elaborazione artistica del quale conosciamo tanto la struttura quanto il nome del suo progettista, testimonianza di valore unico per lo studio di un momento formativo dell’architettura romana intera.
Per questi motivi l’Amministrazione Comunale di Segni e la Provincia di Roma, in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio sono riusciti nel 2013 a perfezionarne l’acquisto e a riportare in proprietà pubblica questo straordinario monumento e una vasta area ad esso circostante, che nasconde probabilmente molti altri resti dell’ignoto complesso di cui esso faceva parte: un’operazione di altissimo valore culturale, il cui valore travalica completamente l’ambito locale, capace di offrire un importante contributo alla discussione in atto sulle politiche e gli indirizzi in tema di Beni culturali nel nostro Paese.
Il monumento, dopo il suo acquisto, è stato già fatto oggetto di un primo intervento di sistemazione, che lo ha riportato interamente in luce, assieme a una piccola porzione del muro frontale di una cisterna che lo affianca e dell’area antistante, riportata questa al livello antico di calpestio.
I risultati delle prime fasi di quest’importante lavoro, svolto da un’equipe che ha visto ancora una volta la preziosa collaborazione tra il Museo Archeologico di Segni e la British School at Rome e che costituisce per il momento soltanto una prima tappa dell’intero intervento, saranno presentati al pubblico sabato 10 maggio, alle ore 17.00 presso la sala Pio XI della Cattedrale Santa Maria Assunta.
Saranno presenti il Sindaco, Stefano Corsi, l’Assessore alla Cultura, Valente Spigone, e il dott. Alessandro Betori, funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio. Per la British School at Rome, Stephen Kay, illustrerà i dati emersi dall’indagine geofisica svolta attorno all’area del ninfeo, mentre il Direttore del Museo Archeologico di Segni, Francesco Maria Cifarelli, a cui la città di Segni deve la scoperta e lo studio di questo monumento, parlerà dei risultati di questa prima fase di recupero, da cui emergono interessanti novità per la storia della nostra città. Infine, Michelangelo Bedini e Fulvio Balzani illustreranno il nuovo progetto di valorizzazione e sistemazione dell’area, che costituirà la seconda tappa di questo work in progress.
La serata si concluderà alle 18.00 con una visita al ninfeo, a cura di tutta l’équipe che ha collaborato per la realizzazione di tali e importanti lavori: un altro eccezionale traguardo della città di Segni e del suo Museo, che oltre a recuperare uno dei più preziosi monumenti del suo ricco patrimonio, finalmente può renderlo pubblico e visitabile.
Per informazioni: sito del Museo Archeologico di Segni.