di Stefano Serafini
La definizione del termine biourbanistica venne redatta nel 2010 da un gruppo di lavoro multidisciplinare composto dal matematico e teorico dell'urbanistica Nikos A. Salingaros (University of Texas at San Antonio), dall'epistemologo Stefano Serafini (ISB), dal biostatistico ed esperto di complessità Alessandro Giuliani (Istituto Superiore di Sanità), dall'architetto prof. Antonio Caperna (ISB, Università di Roma Tre) e dall'architetto prof. Alessia Cerqua (ISB, Università di Roma Tre).
Pubblicata in Inglese, e successivamente su varie liste di discussione e blog in Italiano e in Spagnolo, è al contempo una traccia di lavoro e una dichiarazione d'intenti per studiare il fenomeno urbano con un approccio multidisciplinare, capace di teorizzare e di operare praticamente sulla sua ipercomplessità.
La successiva attività della Società Internazionale di Biourbanistica, è stata quella di approfondire le analisi sottostanti a tale definizione, e di metterle in pratica, verificandone così l'effettiva aderenza con la realtà attraverso i risultati ottenuti sul territorio e nella progettazione.
Tale programma investe di grande valenza la relazione organica fra il piccolo e il grande, la parte e il suo intero, e pone perciò grande attenzione agli effetti che dal piano architettonico, addirittura dal dettaglio, ricadono sull'intera città.
La duplice attività di ricerca teorica e pratica — in particolare lo studio degli effetti che le forme architettoniche e urbanistiche hanno sul sistema neurofisiologico, sull'ecologia, sulle relazioni sociali, sui rapporti politici, e sull'economia — hanno portato a esiti interessanti e promettenti che sfociano nelle discipline della neuroergonomia, della progettazione, della biopolitica, e del management territoriale. All'intersezione di queste diverse discipline operano già autori come Marco Casagrande (Helsinki, Taipei, Artena) e diversi giovani ricercatori nel mondo, ad es. sulle tematiche dell'agopuntura urbana, del design biofilico, del p2p urbanism, e del placemaking.
Disseminazione e ricerca, in Italia e all'estero, avvengono da tre anni all'interno della rete della Società Internazionale di Biourbanistica, in collaborazione esterna con diverse università, associazioni scientifiche, e piccole città scelte per studiare come riattivarne qualità di vita, socialità ed economia. Le attività sono finanziate unicamente dai soci, con l'eventuale contributo esterno di sponsor. Tra i suoi prodotti la Summer School in Neuroergonomia e Progettazione, un evento che attira studiosi da tutto il mondo, e i progetti territoriali Artena, Segni, e Lepus.
La fondazione del Journal of Biourbanism rivista scientifica peer-reviewed, è stata seguita dalle stampe di un primo volume dedicato all'agopuntura biourbana, da due film documentari, e dalla partecipazione a diversi congressi internazionali in Europa, Asia, e America.
Biourbanistica - definizione (2010)
Caperna A., Cerqua A., Giuliani A., Salingaros N., Serafini, S.
La Biourbanistica ha per oggetto lo studio dell’organismo urbano, inteso come sistema ipercomplesso, l’analisi delle dinamiche interne e quelle con il suo intorno (territorio), nonché le relazioni che sussistono tra dette componenti.
La Biourbanistica considera il corpo urbano come costituito da una molteplicità di livelli interconnessi che si influenzano vicendevolmente in modo non-lineare. Tale caratteristica induce l’emergere di proprietà complessive non prevedibili attraverso lo studio delle singole parti, ma solo dall’analisi dinamica dell’intero. Questo atteggiamento conoscitivo accomuna la Biourbanistica alle scienze della vita e, più in generale, a tutte quelle scienze che nel XXI secolo si occupano di sistemi integrati, come la meccanica statistica, la termodinamica, la ricerca operativa e l’ecologia. La similitudine non è solo metodologica ma anche nei contenuti (da cui il prefisso Bio) essendo le città l’ambiente di vita della specie umana. Da qui il riconoscimento di ‘forme ottimali’ rilevabili a diverse scale di definizione (dalla fisiologia fino al livello ecologico) che, attraverso processi morfogenetici, garantiscono l’optimum in termini di efficienza sistemica e di qualità di vita degli abitanti. Una progettazione che non obbedisca a queste leggi è destinata a creare ambienti antinaturali, ostili all’evoluzione degli individui e al rafforzamento della vita, nelle sue molteplici declinazioni.
La Biourbanistica agisce sul mondo reale attraverso una metodologia partecipativo-maieutica, con verifica intersoggettiva (ovvero il benessere percepito e comunicato dagli abitanti) e oggettiva (ovvero le misurazioni sperimentali di indici fisiologici, sociali, economici).
Obiettivo della Biourbanistica è quello di fornire un contributo scientifico che concorra:
(i) allo sviluppo e all’attuazione delle premesse dell’Ecologia profonda (Bateson) sul piano socio-ambientale;
(ii) alla rilevazione e attuazione delle potenzialità di miglioramento dell’ambiente rispetto ai bisogni di natura degli esseri umani che vi vivono e del loro ecosistema;
(iii) a gestire la transizione dall’economia dell’energia fossile a un nuovo modello organizzativo della civiltà;
(iv) ad approfondire in particolare l’organica interazione di fattori culturali e fisici nella realtà urbanistica (sociogeometria, studio dei flussi e delle reti, ecc.).
Bibliografia
Nikos Salingaros, Twelve Lectures on Architecture. Algorithmic Sustainable Design, Solingen, Umbau Verlag, 2010.
Nikos Salingaros, Antonio Caperna, Michael Mehaffy, Geeta Mehta, Federico Mena-Quintero, Agatino Rizzo, Stefano Serafini, Emanuele Strano, «A Definition of P2P (Peer-To?Peer) Urbanism», AboutUsWiki, the P2P Foundation, DorfWiki, Peer to Peer Urbanism (September 2010). Presented by Nikos Salingaros at the International Commons Conference, Heinrich Böll Foundation, Berlin, 1st November 2010.
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